La figura della Diet Coach nel ciclismo. Un'alleata preziosa.
di Erica Lombardi
Chi di noi, colto dalla curiosità di reperire informazioni sull’alimentazione del ciclista non ha mai consultato un motore di ricerca?
E chi non si è mai trovato a leggere molteplici articoli e recensioni dai toni talvolta contrastanti?
Siamo davvero certi che esista un protocollo univoco di nutrizione per il ciclista o forse sarebbe più corretto parlare di alimentazione del singolo biker?
Ad oggi, il perseguimento della migliore performance atletica nel ciclismo è passata esclusivamente attraverso l’ottimizzazione della meccanica e dell’allenamento, trascurando l’alimentazione e l’idratazione e sottovalutando come una corretta educazione alimentare possa migliorare non solo la prestazione ma anche il recupero muscolare dell’atleta.
La qualità, la quantità e le tempistiche nel rifornimento sono determinati per l’esito più o meno positivo della prova. Da ciò, nasce l’esigenza di un connubio tra allenamento e alimentazione. L’elaborazione di un training di preparazione atletica va di pari passo con la formulazione di un programma alimentare personalizzato, che tenga conto delle caratteristiche metaboliche, delle necessità energetiche e psicologiche del singolo atleta.
La tipologia, la durata, il luogo (out/indoor) e le condizioni fisiologiche dell’atleta, rappresentano alcuni fattori che determinano la necessità di variare quotidianamente la dieta. A fronte di tali variabili sarebbe quindi più corretto parlare di PROGRAMMA, anziché di REGIME ALIMENTARE.
Nasce dunque l’esigenza di una stretta collaborazione tra l’atleta, il coach, il medico sociale, il team di appartenenza e la DIET COACH, nell’ancor utopica prospettiva di un vero e proprio team-equipe del biker.
Ma chi è la diet coach?
La diet coach è una vera e propria “allenatrice al cibo” che affianca quotidianamente l’atleta, durante tutte le fasi della preparazione e in gara. Attraverso un percorso di coaching nutrizionale lo conduce all’acquisizione di una totale autonomia nella gestione della propria alimentazione, fornendogli un supporto per ritrovare in se stesso gli stimoli per migliorare la sua prestazione portandolo ad acquisire una adeguata sensibilità corporea verso gli effetti fisiologici del cibo.
Il diet coaching non si basa soltanto sull’importanza delle Kilocalorie, ma sulle giuste associazioni alimentari, sulla qualità degli alimenti e sui metodi di cottura, ponendosi come obiettivo quello di portare l’atleta al raggiungimento del suo “peso funzionale”, liberandolo dall’uso tedioso della bilancia.
Perdere peso infatti non è sempre sinonimo di perdita di grasso: un radicale cambiamento della composizione corporea, in termini di riduzione di grasso e incremento della massa muscolare, ottimizza la prestazione atletica senza indurre alcuna riduzione della forza e della potenza.
Il percorso di diet coaching si articola su varie fasi delle quali l’elaborazione del programma nutrizionale e di integrazione alimentare rappresentano l’ultimo step.
Nei prossimi articoli passeremo in rassegna le singole fasi del coaching nutrizionale.
Buon lavoro,buon appetito e un grande in bocca a lupo a tutti voi!!
Erica Lombardi
Purtroppo io il diet coach lo evito meticolosamente........
secondo me il Capt ti mandera' al quel paese
RispondiEliminaTe il diet coach te lo mangi vivo con tutta la buccia, mi sa... comunque se funziona diccelo che aderisco anche io.
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