martedì 26 giugno 2012
MONDIALI AMATORI IN REP.CECA
E’ una spedizione più grossa di quella per i Giochi di Londra e più grossa anche di quella prevista per i mondiali di Valkenburg a settembre: ben 22 atleti.
Ventidue corridori “azzurri” (tutti maschi, il settore femminile sembra non esistere), un “commissario tecnico” (Luigi Bielli) e un meccanico partono oggi in aereo da Orio al Serio (presumiamo) alla volta di Zdar Nad Sazavou, città di 24 mila abitanti al centro della Repubblica Ceca. Hanno dai 35 ai 70 anni.
Da giovedì a domenica parteciperanno ai Campionati Europei Master di ciclismo su strada, campionati che di europeo hanno pochino: oltre agli italiani ci saranno infatti i padroni di casa cechi (e ci mancherebbe), slovacchi, polacchi, qualche tedesco e cani sciolti altri 4/5 paesi europei. Parliamo di gare (crono e in linea) in cui – per ciascuna categoria – partecipano 15/20 atleti se va bene.
Sul sito www.masters-em.cz possiamo (purtroppo) renderci bene conto di cosa si tratta.
La spedizione italiana in Repubblica Ceca è uno dei più incredibili misteri della politica federale italiana. Siamo l’unica nazione al mondo – infatti – che finanzia un gruppo di nonnetti per partecipare a un rassegna continentale sportiva (non organizzata dall’Uci) e l’unica con un “commissario tecnico” di categoria pagato con soldi pubblici.
I misteri della vicenda cominciano da lontano perché anche i «criteri di selezione» per la prova sono quanto di più ambiguo si possa immaginare. Quattro prove di selezione (una al nord Italia, tre al centro sud, queste a poca distanza fisica l’una dall’altra), corsette amatoriali che hanno prodotto una “nazionale” formata da atleti provenienti quasi tutti da Lazio, Umbria e Campania e spesso facenti parte delle stesse società che hanno organizzato le prove. Un “biscottone” gestito a tavolino e – va detto – basato su gare frequentate da venti, trenta atleti al massimo. Una tristezza assoluta in un Paese che pure è ricchissimo ricchissimo di manifestazioni belle e affollate a cui la Federciclismo dedica attenzioni zero.
Eppure a questi Europei SI DEVE ANDARE a tutti i costi, per volere espresso di Renato Di Rocco. Si deve andare anche se l’Uci ha abolito da due anni questo tipo di gare (i mondiali amatori) per eccesso di agonismo e perché nelle sedi di gara circolava di tutto!
La Federciclismo non rende noto quanto costa la trasferta, sicuramente in parte a carico federale come ci confermò tempo fa il segretario generale Gabriotti. Impossibile anche soltanto identificare un rendiconto a bilancio. Di sicuro la Federciclismo ci mette i costi alberghieri, le divise (che costano), il personale di supporto (commissario tecnico e meccanico, totalmente spesati) e probabilmente anche le spese dei controlli medici preventivi, di quei controlli che la Fci non fa nelle categorie giovanili per mancanza di fondi!. A spese degli atleti dovrebbe restare solo il viaggio.
La domanda è: perché? Perché spendere dei soldi per una trasferta posticcia, in una specialità in assoluto calo di interesse, in tempi di gravissime ristrettezze economiche? Perché appunto finanziare un 65enne che, se desidera partecipare a un evento del genere, può benissimo pagarselo da solo?
Tutte le volte che l’abbiamo chiesto a Di Rocco, lui si è irrigidito. La sua ultima riposta è da analizzare bene: la trasferta è una manovra politica che ci porterà grossi fondi di finanziamento. Che significa? Fondi a chi? Significa che la federazione europea (ente praticamente inutile) in cambio della nostra diciamo assiduità in Repubblica Ceca avrebbe concesso all’Italia il privilegio (sic) di ospitare gli Europei per i prossimi anni, forse dalle parti della Sardegna. E che questa mossa – per motivi che ci sfuggono, magari in Sardegna si aspettano decine di migliaia di master da tutta Europa – dovrebbe portare soldi alla federazione italiana. E’ così? O c’è dell’altro? Per cortesia qualcuno risponda con chiarezza, magari prima della fine degli Europei.
Se questo è il motivo, Renato di Rocco ha il dovere di spiegare come, cosa e perché. Non limitandosi agli slogan, ma chiarendo a chi dovrebbero arrivare quanti soldi e che nesso c’è con i nonni dell’agonismo in biciclette.
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Di Rocco, Europei, federciclismo, Master, Uec, Žďár nad Sázavou CICLISMO & POLITICA, IL DIBATTITO
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Sempre puntuale nel recepire tutte le sfaccettature di questo sport..e non solo!!
RispondiEliminaComplimenti baffo ::))
Bene, anche se sono cose già in parte note...
RispondiEliminaSolo un appunto, per tutti: se si preleva un contenuto da un testo o da un sito web occorre citare la fonte da cui lo si è estratto.
ops ! in effetti IPAD con i copia e incolla e' ancora da mettere a punto ... Cmq e' il BLOG di CyclingPro
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