lunedì 18 giugno 2012

La conquista delle Vette


Sabato 16 il gruppo arditi si avvia di buon'ora verso le vette più alte del crinale Tosco-Romagnolo-Marchigiano. Il programma è tosto ma il gruppo è unito e motivato fin dalla partenza, che avviene dall'inedito villaggio di Bivio Montegelli. Le maligne rampe da Quarto non scalfiscono l'indomita volontà del plotone il quale, al bivio Balze-Fumaiolo, unito come un sol uomo grida "alla vetta!".



 


















Sotto la spinta dei nostri turbo-scalatori il ritmo si impenna e si arriva scaglionati in cima. Subito giù in discesa e sosta alle Balze presso una rivendita di calorie artigianali. Il Bosco ivi abbandona l'impresa per necessità di mantener i delicati equilibri familiari, Per gli altri, discesa lunga e facile, ove però i nostri eroi si esibiscono in un paio di lunghi in discesa e chiazzano lievemente dall'interno i pantaloncini tecnici.
Si attacca quindi la Cantoniera dal lato panoramico, lunga e soleggiata. Come noto l'ascesa ricorda da vicino il mont Ventoux, e una volta in cima scoraggia i nostri passisti veloci a proseguire per l'obiettivo di giornata, il mitttico Cippo. Essi rimarrano quindi sul passo (in quanto passisti...) a rimirar turiste éstoni e ingollar carboidrati.
Gli altri proseguono scendendo fino all'abitato di Carpegna, da cui si diparte l'orrido tracciato, 600 m di dislivello su 6 km di sentiero di puro dolore.











Fra i cartelli inneggianti a campioni del passato, saliamo a passo d'uomo, con andatura da mulo carico di vettovaglie. Increduli, superiamo altri ciclisti; pare assurdo che, per quanto non appaia fisicamente possibile, altri vadano ancora più piano di noi. I miei leggeri compagni sono scomparsi all'orizzonte e li rivedrò forse solo nei prossimi giorni.
Ma qui avviene il colpo di scena
Il Ronco, spinto all'emulazione del turbo-dott. Frank, parte deciso ma a metà Cippo deve fronteggiare una subitanea crisi energetica. Con spirito zen il nostro non si perde d'animo, si ferma a bordo strada e medita per qualche minuto sulla delicata condizione umana. Con spirito rinfrancato risale in sella e raggiunge in cima il resto degli impavidi ciclo-scalatori, ormai cotti dal sole e dall'attesa. Al rientro alla Cantoniera il suddetto si avvia al banco della locanda per convertire i propri averi in euro nel maggior numero possibile di calorie, che ingolla in ordine sparso con occhi libidinosi. Accertatisi della salute di tutti, con una certa inerzia nel ripartire, il gruppo unito come un sol uomo imbocca la goduriosa discesa e attacca l'ultima asperità di giornata, il perfido e torrido Monte Aquilone. Ormai sulla strada di casa, si defatica come di consueto (?!).
All'appello nessuna vittima. Bravi tutti, ma menzione d''onore per Max R. che completa il percorso quasi Extreme con assoluta nonchalance. Dopo sei ore di bici, con le riserve energetiche azzerate, ma lo spirito gagliardo e indefesso, approfittiamo di un'equivoca festa motociclistica in quel di Ponte Giorgi per spararci qualche meritata piada, accompagnata da abbondanti integratori a base di luppolo.


3 commenti:

  1. Ottimo report, tra il serio ed il faceto come si conviene alla circostanza. Per la cronaca l'altra volta sul Cippo insieme fu il 7 agosto del 2010, partimmo da Sarsina per una Boschetti Extreme. 5 ore e mezza e poco più di 3000 mt. di dislivello, tornando per Petrella Guidi.
    Direi che questa volta è stata ancora più extreme!!!

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  2. Ah ecco, mi pareva. Lo abbiamo surclassato. Questo percorso lo chiamarei semplicemente Fumaiolo-Cippo o anche Le Vette di Ronco, per non dimenticare che alle salite, quando son quelle vere, bisogna portar rispetto.

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  3. Sono qua che piango come un coccodrillo per non aver fatto il Cippo ....pero' in effetti se penso alle sensazioni sugli ultimi tornanti della <cantoniera.... ho fatto bene . Mi tocca leggere anch'io INCISA a nastro come i ns cugini ...;D

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