mercoledì 4 luglio 2012

Maratona 2012

Dopo 4 anni di assenza per mancato sorteggio, uno sparuto ma agguerrito manipolo di rappresentanti del Surfing Shop parte alla volta di Corvara allo scopo di spianare le Dolomiti.  Io sono alla mia quarta edizione, Franco alla seconda (la prima è stata 6 anni fa) e Ronco è all'esordio. Le eccellenti previsioni per il fine settimana sono assai incoraggianti, e ci permettono di passare un paio di belle giornate pregara (anche se qualcuno si lamenterà della camminatina del sabato...)
Numeri di partenza molto alti per i miei due compagni, che non possono beneficiare di vantaggi legati ai tempi delle edizioni precedenti, mentre io partirò in seconda griglia. Li rassicuro che, su questo percorso, lo svantaggio di partire dietro è minore rispetto al solito, ma occorre tenere sangue freddo e determinazione in quanto nelle prime due salite si viaggia costantemente nel traffico e occorre superare migliaia di persone.
Le due settimane precedenti sono state dominate da sensazioni mai buone, gambe sempre doloranti; ma non ho fatto grosse faticate e spero almeno di essere riposato.

La mia partenza è preceduta da un prelievo di sangue, in quanto sorteggiato nel quadro del programma di controllo della salute per questa e altre manifestazioni del consorzio FSL. Non mi dilungo sulla cosa, dico solo che alle 5.30 del mattino ero a la Villa per farmi togliere il sangue... Siamo una ventina, e dopo il simpatico intermezzo ci sistemano in testa alla nostra griglia (come contentino), e si chiacchera con gli altri vampirizzati.
Sono le 6.30, pronti via, le Dolomiti aspettano.











Il percorso identico alle precedenti edizioni, e la presenza di un sistema di cronometraggio per gli intermedi consente di monitorare il tempo reale la propria prestazione, confrontandola con quelle degli anni precedenti. So che se voglio andare bene devo ripassare a Corvara intorno alle 2 ore e 15, anche se poi il grosso è ancora da fare... Partenza in falcopiano e cerca di sfilare via dai numerosi lentoni che sono stati alloggiati in prima griglia. In men che non si dica si attacca il Campolongo e si prende il proprio passo. La gambe sono di cemento, ma è normale, visto che siamo appena partiti. Subito discesa a rotta di collo per tenere il gruppetto e via per il Pordoi. E' la prima salita lunga e spero di essermi sbloccato... macchè, le sensazioni non sono
per niente buone, e la velocità pure. E' una salita abbastanza pedalabile ma se accelero sono subito impiccato, quindi devo rimanere più agile e pensare a salvare le gambe per i prossimi ostacoli. La discesa successiva è molto bella e "curvosa", cerco di rilassarmi e di seguire i più abili... e via con il passo Sella, non lungo ma il più ripido della prima parte. Vado spesso di rapportino, le gambe girano un po' meglio di prima, e vedo che ricomincio a superare qualcuno.
Valicato anche il terzo passo, inizia quello che per me è il tratto più suggestivo del percorso, quello che collega il sella all'inizio del Gardena. Questa discesa morbida, fatta sotto l'incombente parete ovest del massiccio del Sella, nella luce del primo mattino, da soli o con pochissimi altri, nel silenzio vale da sola il prezzo del biglietto.
Il Gardena è la salita più facile e va via in fretta, poi giù per la la lunga discesa. Occorre recuperare energie, mangiare e bere, con un occhio ai tornanti molto stretti. In un attimo siamo di nuovo a Corvara, passaggio in 2 ore e 12 circa (buono!) e punto di cambio borraccia ai piedi del Campolongo. In questa fase occorre guadagnare un buon gruppetto per il successivo tratto più pedalabile, quindi spingo forte per tenere un paio di scatenati. Ci riesco ma siamo sempre in tre, e verso Cernadoi mi tocca di tirare spesso; per fortuna la strada scende leggermente e in queste condizioni faccio meno fatica di altri. Dente prima del bivio con il medio, nuova discesa, poi S. Lucia, sono altri 200 metri di dislivello. Uff, sono in cima, una breve discesa per respirare e inizia il Mostro.
Il Giau è caratterizzato dall'estrema regolarità, 10 km con pendenza media del 9% che non vanno mai oltre il 12-13%, ma che non spianano mai. Ci vorranno dai 50 min. in su. So che devo giocare in difesa, innesto il 36x27 e vado; battiti sotto soglia, so che saliranno presto. Sfrutto le brevissime spianate sui ponticelli e alcuni tornanti per allungare il rapporto, prendere fiato e sgranchirmi leggermente. Inizia la lunga serie dei tornanti (sono 27 in tutto!), che però spianano poco o nulla. Si procede ai 9-10-11-12 orari, con andatura da muli. So che devo risparmiare quanto possibile, e vedo che anche i miei improvvisati compagni fanno molta fatica. Veniamo sorpassati da alcuni Ufo con pettorale 11000 che viaggiano a velocità impensabili... sigh. Io mi accontento di non crepare, e di riuscire a pedalare quasi sempre seduto.
Nella seconda metà il panorama si apre, compaiono le cime dell'Averau e del Nuvolau. Belle, le dovremo guardare ancora per un bel po'... Arriva la galleria, poco dopo spiana un po', poco ma abbastanza per prendere un po' fiato, prima dell'interminabile finale. I battiti non scendono più. Alla vetta si arriva strisciando, ma si arriva, e ben sapendo che il più è fatto. Intermedio della salita intorno ai 51 e 30, niente di speciale, ma evidentemente queste sono le forze disponibili. Giù in discesa, bella e tecnica  e divertente; putroppo sono solo e questo significa perdere minuti rispetto a chi gira con un buon gruppo. Scendo rilassato, godendomi la strada, mangio e bevo.
Arrivo a Selva, ultima salita, il Falzarego Non è dura ma è lunga 10 km, sarebbe anche adatta a me ma il Giau mi ha  limato le energie e occorre anche qui centellinare le energie. Prendo diverse persone che hanno finito la benzina, io ne ho ancora un po' ma non si sà per quanto... Pedalo tranquillo attendendo la fine, gli ultimi km sono i più duretti, e infatti... che fatica. Arrivo al passo e so che mi attende la bastonata del Valparola, un solo km ma al 10% e oltre. Siamo di nuovo in mezzo ai concorrenti del medio, la strada è piena; io cerco di tenere ma è assai dura; ma la discesa e il traguardo ci attendono. Il maledetto masso in cima al passo è un miraggio, ma finalmente arriva. Mi butto giù a tutta, la discesa è lunga ma non difficile. Mi sembra addirittura di andare forte... Fine discesa, mancano 4 km, trovo un compagno con cui darsi il cambio. Gambe quasi morte, ma qualcosa c'è ancora. Arrivo, 5 ore e 34 min. Bene, secondo miglior tempo della carriera (ma il primo è di 8 anni fa...), sono contento.
(Segue seconda parte... )





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