Ormai siamo per tutti lo
sport dei drogati, la feccia di questa società. Sei un ciclista? Sei un
dopato. Correre in bicicletta, è sempre stata la mia passione, da quando
sono un ragazzino ho dedicato la mia vita alla realizzazione di un
sogno, correre il Giro d’Italia. Avevo 15 anni quando il sabato sera me
ne tornavo a casa fregandomene degli sberleffi dei miei coetanei che,
rincasando alle 9 di sera mi consideravano un mezzo rincoglionito. Avevo
16 anni quando nel branco ero l’unico che si rifiutava di prendere una
sigaretta in bocca perchè non era quella che mi faceva diventare grande,
avevo 18 anni quando allo sballo del vino facile e abbondante preferivo
un bicchiere di spuma al cedro. Avevo 21 anni quando il mio sogno si è
avverato e 35 quando mi sono reso conto che era meglio cambiar mestiere.
Non è passato giorno che non abbia pensato alla mia professione che poi
era anche la mia passione. Andare a letto alle 10 non è mai stato un
sacrificio e non mi sentivo ferito neanche quando qualche idiota a bordo
strada mi prendeva per il culo solo perchè ero l’ultimo, a mezzora dal
primo. Ho gioito come un bambino tutte le volte che ho dedicato gambe e
cuore ad un compagno di squadra più forte di me, ho toccato il cielo con
un dito quelle poche volte che sono riuscito a vincere una corsa e ho
pianto dal dolore non so quante volte quando, insanguinato e ferito,
riprendevo la mia bicicletta per andare insieme all’ arrivo. Ho
trascurato la mia famiglia, assecondato il mio istinto, seguito il mio
cuore. Ho macinato 800.000 km, scalato salite impossibili. Ho lottato
contro la neve della marmolada, combattuto l’afa sull’ Aubisque. Ho
cercato sempre di portare la bicicletta all’arrivo e mi sono sempre
sentito un eroe anche se per la maggior parte della gente ero un mezzo
corridore. Da corridore non mi è mai importato niente del giudizio
altrui perchè ero in armonia con me stesso. Come sono in armonia ora
nonostante il mio sport sia trattato come il peggiore di tutti. I
corridori? Delle merde di uomini che son capaci solo di doparsi. Che poi
siano capaci di correre sotto la neve o con 40 gradi nessuno lo dice.
Che il 50% di loro guadagni 40.000 lordi cioè 1 euro a km (un prof può
arrivare a percorrere 40000 km in un anno) non frega niente a nessuno e
che l’unico loro pensiero sia quello di aiutare un proprio compagno di
squadra dimostrando una generosità che non è più di questo mondo, una
dote che mai viene sottolineata.
No, siamo un branco di drogati. Punto e
basta. Poi viene fuori l’Operacion Puerto. 500 sportivi coinvolti, 250
sacche di sangue in frigorifero. Dal 2006 solo il nome di qualche
ciclista è saltato fuori. Italiani, tedeschi, colombiani ma soprattutto
solo ciclisti. Fuentes dice che è disposto a collegare i codici ai nomi
ma nessuno gli chiede nulla. Il file del pc non viene toccato per il
diritto alla privacy. Fuente dice che se parla salta lo sport in Spagna e
per essere tranquilli qualcuno pensa bene di lasciare le sacche di
sangue fuori dal figorifero cosi, essendo danneggiate, non servono più a
nulla. Il presidente di una squadra di calcio accusa il suo
predecessore dicendo che ha pagato a Fuentes centinaia di migliaia di
euro. Notizia che va a finire nelle brevi. Esce il nome di una squadra
di calcio italiana ma subito a dire che è il nome di un corridore
(ovvio) dell’ est. Su un numero imprecisato di sacche c’era scritto
“campionato d’Europa” e da quel che so io nel ciclismo non c’è tale
manifestazione, nel calcio si. Fuentes dice di aver curato anche
tennisti, calciatori, atleti dell’atletica leggera ecc ecc ma i nomi che
vengono fuori di chi sono? Solo ciclisti. La Wada si è presentata ai
mondiali di calcio del 2006 ma sono stati rimandati a casa e nessuno ha
mai detto nulla. Facile essere forti con i deboli e deboli con i forti.
Cipollini era dopato? Non lo so, lo scopriremo ma vorrei sapere chi
erano gli altri sportivi che tenevano sacche di sangue in quel
frigorifero e soprattutto perchè io che sono un ciclista sono un dopato e
tutti gli altri sono dei santi. Ma davvero pensate che il doping sia un
problema solo del ciclismo? Ma se sono tra i pochi che accettano
passaporto biologico, esami del sangue, reperibilità obbligatoria,
perchè gli altri rifiutano tutto questo?

Mi commento da solo : Caro Davide Cassani ... NON mi convinci ... Basterebbe aprire gli occhi nelle garette amatoriali che tanti interessi economici mettono in moto , per rendersi conto di quanto sia capillarmente diffuso il fenomeno... E tra i responsabili ci sei anche TU , caro il MIO DAVIDE , NON foss'altro x aver corso negli anni in cui si dopavano come cavalli tutti , ma proprio tutti i corridori , NON foss'altro per aver commentato da troppo le "epiche" imprese , inspiegabili anche e soprattutto dal punto di vista scientifico.... Troppo comodo tirare in ballo ANCHE GLI ALTRI SPORT , peccato che NOI amiamo sopratutto questo , e NON CE NE FACCIAMO NULLA di uno sport non credibile ... Ecco il punto e' proprio questo : VERITA'....Troppe BUGIE e troppe OMISSIONI... CAMBIAMO PAGINA , fuori i dirigenti e tecnici CONTAMINATI culturalmente con quel periodo .
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