lunedì 23 maggio 2011

Nove colli - 1

...ho girato per il corto, tempo finale 3.52.

Entro in griglia rossa verso le 5.30, alle 6.00 la battaglia inizia, ovvia intenzione di fare la 200, senza particolari aspettative, ma hai visto mai?
Partenza con tempo perfetto e niente freddo. I 1000 della griglia rossa si muovono e la velocità si assesta sotto i 45 orari, quindi piuttosto tranquilla; ben due cadute nei primi km, strano, forse si va troppo piano?

La prima salita passa tranquilla, dopo polenta si tira a tutta e a meldola siamo ancora tutti insieme.
A Pieve di Rivoschio risalgo un po' il gruppo per trovare il mio, che tengo abbastanza bene fino al primo scollinamento. Nel tratto di falsopiano e poi discesa il fattaccio: l'andatura accelera, ci si mette in fila, ma assurdamente mi stacco da ruota e, con il vento contro, non riesco a chiudere. Le gambe sono di marmo e mi faccio sfilare da chi è dietro: uno, due, tre, dieci. Non vado più e siamo al secondo colle, il pensiero del percorso lungo fatto senza forze mi assale, la testa molla e decido già qui che, a meno di risurrezioni, girerò per il corto. L'ultimo strappetto lo faccio con il gruppo a vista, ma di accelerare e andarli a prendere non se se parla proprio.

Discesa quasi in solitaria, inizia la Ciola vengo raggiunto e passato da parecchia gente. Salgo, ma le gambe credono di essere sul Gorolo e non al terzo colle, proprio non vado. Il gruppo buono stranamente è avanti solo pochi secondi, e allo scollinamento lo vedo ancora. Sul Barbotto salgo tranquillo, e come ovvio all'ultimo km mi pianto (ma siamo in tanti). Scollino a 2 e 50, il tempo target sul Barbotto è 5 minuti in meno.  E sia corto, per forza; lunghi ne ho già fatti una decina, di farne una altro arrivando se va bene in 6 e 45, magari mezzo morto, non me ne faccio proprio nulla.

Sui saliscendi verso Sogliano si forma un gruppetto, che al bivio tira quasi interamente dritto per Cesenatico. Il rammarico per la giornata storta viene parzialmente mitigato dal gusto (!!) di andare a casa e evitare il maledetto anello della morte. Negli strappetti sono fra i più brillanti del gruppetto, per quel che serve ormai; raggiungiamo anche una ragazza (che poi vincerà il corto) che pedala molto molto bene. Appena arriva la pianura non tira più nessuno, una pena, siamo io la ragazza e pochi altri. Mi sento quasi bene... sarà il sollievo di non dover stare in bici 6 o 7 ore? I mediofondisti paiono stanchi ma probabilmente pensano già all'arrivo...; io penso al percorso lungo e al pensiero mi sento fresco come una rosa...
A 1 km dall'arrivo risorgono i morti per la volata finale, che non io faccio proprio, siamo una trentina. Poi saprò che sono arrivato 103esimo e 11 di categoria, neanche male; c'è da chiedersi come sarebbe stato fare 'sto percorso in buone condizioni fisiche.

Sono neanche le 10 di mattina e abbiamo già finito... Dopo l'arrivo in pochi minuti si riunisce un bel gruppetto di medio fondisti delusi...io Alessandro Roberto Maurizio e un paio di conoscenti, tutti un po' mogi per l'esito finale di quella che è tutto sommato una manifestazione molto attesa.


5 commenti:

  1. C'è n'è di carne al fuoco su cui ragionare...

    Alla fine forse dovresti trovarti un'analista, più che un preparatore ;-): l'idea della non-faticaccia che ti aspettava ti ha ridato vigore, come spesso accade l'approccio mentale a far fatica è fondamentale, più della gamba buona che gira. Anche Roberto Bunicci mi ha detto che non ne aveva voglia. Stessa delusione per il dottore dopo il Rally in mtb, bello bello ma chi me l'ha fatto fare di fare una fatica del genere.

    Sabato al mattino ero con i Rossetti tutti tesi per la gara del giorno dopo, ma parlando con loro traspare anche una visione diversa: con Gianot abbiamo parlato della bellezza di fare un viaggio in bici e mi ha raccontato le sue esperienze, e sentivo che la cosa gli dava una certa soddisfazione. Poi con Wilmer ci siamo raccontati le ns alterne vicende in MTB, e alla fine ha tirato un sospiro e mi ha detto che gli manca molto, che gli piacerebbe farsi un bel giro tra le colline, anche un po' alla avventura, e godersi quel senso di liberà che solo la MTB sa darti.

    Insomma, li ho visti convinti come al solito, ma non così fissati.

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  2. Quindi io che non finalizzo quello che faccio a nessuna "gara" in particilare e tutto sommato me ne frego di fare una 9 Colli in più o in meno sono quello fissato, e chi invece prepara per mesi l'evento con sacrifici vari invece ha una visione corretta?

    Singolare punto di vista, davvero... ma mi tengo il mio.

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  3. No, no, è il contrario, non sono stato spiegato: e cioè che è come se nell'aria ci fosse una strana voglia di fare altro con la bici. A me sembrava di averla colta anche in alcuni dei Rossetti. Tutto qui ;-)

    Voglia per una volta di fregasene, come hai detto tu, e di fare quello che ti senti al momento, gratificandoti, invece di insistere e magari rimanere scontenti.

    Ti stimo per la scelta fatta di girare per il medio, ha tutto un significato, un sapore di libertà. E' che leggendo il resoconto ti ho sentito più soddisfatto del solito, o sbaglio?

    Nel mio piccolo domenica ero in giro con mio cognato in bici, e dopo 5 minuti che eravamo partiti rompe un pezzo della bici e ha il cambio fuori uso. Penso che torneremo indietro, invece con il cambio sul 39x12, come un rapporto fisso, dice andiamo avanti. Per solidarietà gli dico che metterò anche io il 39x12 e pedalerò con le sue stesse sensazioni, così cercheremo di amalgamarci e di avere lo stesso passo. Abbiamo fatto anche due salitine, in tutto neanche 400 mt. di dislivello, per quai 90 km, ai 31 di media. So che può sembrare strano, ma eravamo entrambi molto contenti che invece di tornare indietro la giornata si era un po ' trasformata in una sfida con sé stessi: ok in pianura con il 39x12, ma in salita abbiamo dovuto fare gli equilibristi, e nei saliscendi spesso eravamo sui pedali per non perdere velocità che sarebbe stato difficile riprendere.

    Per gli altri ciclisti incrociati lungo il percorso eravamo dei marziani, ci guardavano stralunati soprattutto in salita. Per noi è stato come trasformare il fango in oro: poteva essere una giornata da dimenticare, ma noi abbiamo SCELTO che non lo fosse.

    Come hai fatto tu, del resto ;-)

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  4. Meglio :-)
    Non vorrei adorttare ne' il preparatore ne' tantomeno l'analista, per la verità.
    Il senso di libertà, e il fare per voglia e non per "dovere" non la vedo come una novità: è una costante, specie nelle uscite libere, nelle quali c'è chi ha la necessità di "fare" X km e Y metri. Poi, gli eventi (gf o gare) servono invece a darci l'illusione di essere atleti, il che alimenta (o deprime..) l'autostima. Complessivamente si tratta di un hobby "very demanding", che abbisogna di frequente di ripensamenti sulla sua opportunità.
    Utile sono gli imprevisti per alimentare il "pensiero laterale", ma non credo che per questo inizierò a girare con il 39 (36) - 12...

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  5. ...ma non credo che per questo inizierò a girare con il 39 (36) - 12.


    NON TE LO CONSIGLIO!!! Oggi ho un gran male ai muscoli delle gambe...come...come se avessi fatto una 9 colli, in effetti ;-)

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